08/02/15
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Olanda, WiFi nemico degli alberi
Uno studio dell'Università di Wageningen
















Secondo uno studio dell'Università di Wageningen gli alberi in prossimità dei network wireless sarebbero colpiti da strane malattie. Niente allarmismi, i ricercatori esortano a proseguire le ricerche

Roma - E se il WiFi, oltre a essere un'indubbia opportunità, fosse anche un pericolo per l'ambiente? A insinuare il dubbio ci pensa una ricerca commissionata cinque anni fa dalla città olandese di Alphen aan den Rijn, secondo la quale l'esposizione al segnale della connessione wireless e ad altre onde radio sarebbe dannosa per gli alberi.

Lo studio è stato focalizzato sulle reazioni mostrate dai frassini dopo tre mesi di esposizione alle onde WiFi: gli alberi hanno fatto registrare problemi di salute vari, tra i quali una sorta di "effetto galena" evidenziato dalla morte della parte superiore e inferiore della superficie del fogliame. I ricercatori dell'Università di Wageningen affermano che le foglie caduche degli alberi più vicini alle radiazioni wireless sarebbero affette dalla medesima malattia e che le radiazioni potrebbero inibire la crescita delle pannocchie di granturco. Tuttavia, raccomandano il proseguimento delle analisi affiché si possa giungere a conclusioni più certe e definitive.

I commenti sui primi risultati oscillano, come spesso succede in questi casi, tra la cautela e l'allarmismo. Se per una parte dei media il WiFi rappresenterebbe la morte delle piante, Antennebureau (l'agenzia governativa olandese per le radiocomunicazione e il controllo dell'impatto delle antenne sul territorio) precisa che si tratta solo di prime valutazioni e che gli studi condotti in precedenza hanno dimostrato l'inoffensività del WiFi.

Secondo quanto riportato da PC World, test ulteriori confermerebbero i risultuati della Wageningen University, dal momento che il 70 percento degli alberi presenti nelle aree urbane olandesi presenterebbero gli stessi sintomi a fronte del 10 per cento registrato cinque anni fa. Gli arbusti delle zone densamente ricoperte da vegetazione e scarsamente popolate sarebbero, al contrario, appena colpiti.

Cristina Sciannamblo

tratto da puntoinformatico






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